Comprendere la regolamentazione sulle sigarette elettroniche a livello internazionale

Regolamento sulle e-cig a livello internenazionale

Pubblicato il: 01/03/2023

Esiste una direttiva europea del 2014, recepita anche in Italia, mentre negli Stati Uniti è in corso una battaglia contro alcuni dispositivi per lo svapo

Da quando, poco più di dieci anni fa, sono comparse sul mercato le sigarette elettroniche, i paesi hanno subito pensato come normare questi dispositivi che promettevano di aiutare i fumatori ad abbandonare le sigarette tradizionali.

Nell’Unione Europea, la vendita delle sigarette elettroniche è normata da una direttiva del 2014, recepita anche in Italia qualche anno dopo, mentre in altri paesi come Inghilterra e Stati Uniti le cose sono leggermente diverse.

Scopriamo di più a proposito delle normative a livello internazionale.

Bandiere dell'Unione Europea | Terpy

Sigarette elettroniche: cosa dice la direttiva 2014/40/UE

Con la normativa 2014/40/EU, entrata in vigore nel maggio 2014 e denominata TPD (Tobacco Product Directive), l’Unione Europea ha regolamentato la vendita dei prodotti di tabacco e derivati, sigarette elettroniche comprese.

La TPD ha l’obiettivo di tutelare la salute delle persone e di verificare che i prodotti immessi nei paesi dell’UE raggiungano precisi standard di qualità. Inoltre, ha lo scopo di informare in modo esaustivo e corretto i consumatori su cosa comporta il consumo di prodotto del tabacco e affini.

Per quanto riguarda le sigarette elettroniche, la norma regola i liquidi per la sigaretta elettronica che contengono nicotina, mentre i singoli stati possono regolamentare i liquidi privi di nicotina.

Le prescrizioni sono diverse:

  • I liquidi devono contenere solo ingredienti di purezza elevata;
  • I liquidi possono contenere al massimo 20mg/ml di nicotina;
  • I serbatoi possono contenere al massimo 2ml di liquido: lo stesso vale per le pod precaricate;
  • I flaconi di liquido possono contenere al massimo 10ml di prodotto: inoltre, devono essere infrangibili e prevedere un sistema di sicurezza a prova di bambino;
  • Devono essere presenti avvertenze sulla presenza della nicotina e sulle conseguenze per la salute sull’etichetta o foglio illustrativo;
  • I liquidi con nicotina devono essere accompagnati da notifiche corredati da ingredienti, analisi chimiche, emissioni di sostanze;
  • La messa in commercio può avvenire 6 mesi dopo l’avvenuta notifica;
  • La vendita di questi prodotti è vietata ai minorenni.

L’Italia ha recepito la normativa 40/2014/EU nel maggio 2017. La supervisione del rispetto della normativa è dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM).

Leggi anche: La crescita della popolarità delle sigarette elettroniche tra i giovani: perché stanno scegliendo questa alternativa?

A proposito, la legislazione italiana ha puntualizzato altri aspetti riguardo la vendita dei prodotti per la sigaretta elettronica: in primis, i liquidi, le pod, le e-cig usa e getta pre-caricate devono avere il sigillo dell’ADM. I venditori fisici devono avere la regolare licenza di vendita di liquidi da inalazione, mentre i commercianti online devono essere autorizzato come deposito fiscale.
Non possono inoltre essere acquistati al di fuori dell’Italia prodotti soggetti ad accise.,

Come possiamo vedere, i liquidi per la sigaretta elettronica contenenti nicotina sono considerati allo stesso modo della sigaretta tradizionale.

La questione ha suscitato alcune perplessità, soprattutto alla luce dell’evidente ridotta pericolosità della e-cig rispetto alla combustione o al riscaldamento del tabacco, che genera molte più sostanze tossiche, e in quantità maggiori, rispetto ai dispositivi per lo svapo.

Già alcuni anni fa, in vista della revisione della TPD che andrà a rivalutare i profili di sicurezza della e-cig, durante un incontro dal titolo The revision of the EU TPD, un esperto di politiche europee, Peter Beckett, ha sostenuto che “il vaping non è fumo e non dev’essere regolamentato come il fumo”.

La revisione della TPD è prevista a breve: vedremo quali saranno le novità in un ambito in continuo divenire.

Bandiera degli USA | Terpy

Sigaretta elettronica negli Stati Uniti: cosa dicono le norme (e il divieto di vendita delle Juul)

Negli Stati Uniti, la regolamentazione delle sigarette elettroniche prevede una procedura rigida prima della vendita al pubblico.

L’azienda produttrice di e-cig e liquidi deve infatti presentare una domanda, chiamata *Premarket Tobacco Product Application*, accompagnata da una documentazione corposa che provi la sicurezza per i consumatori. A questo punto, la FDA (Food and Drug Administration) valuta i rischi e gli eventuali benefici e soprattutto ne analizza i potenziali effetti sul comportamento di consumo.
Al momento, sono 23 i tipi di sigarette elettroniche autorizzate negli States.

La tassazione, invece, varia da stato in stato: in alcuni stati federati come Arizona e Arkansas, la sigaretta elettronica è completamente detassata; in altri, vedi la California, la tassazione è abbastanza pesante.

Di recente, la FDA ha comunque imposto il ritiro dei prodotti usa e getta della Juul Labs: nonostante la forte diffusione, l’azienda non ha presentato documentazione sufficiente ad attestare la sigaretta delle pods e altri dispositivi in vendita. Al contrario, gli atti presentati sono stati definiti “inconsistenti”. L’azienda dovrà a breve presentare documentazione più approfondita se vuole riprendere il proprio posto nel mercato delle sigarette elettroniche americano

E-cig in Inghilterra: il regolamento

Come abbiamo già visto in un articolo dedicato, l’Inghilterra ha scelto un approccio alla sigaretta elettronica molto diverso rispetto agli altri paesi. Il Regno Unito ha adottato la Convenzione Quadro per il Controllo del Tabacco proposta dall’OMS da tempo e vuole arrivare all’obiettivo di diventare smoke free entro il 2030.

In questo contesto, la PHE (Public Health England) ha incluso la sigaretta elettronica tra i trattamenti per aiutare i fumatori a smettere di fumare. Persino nel piano di salute a lungo termine del National Health System britannico, la e-cig è consigliata ai fumatori in cura presso i servizi di salute mentale come strumento alternativo alla sigaretta, nell’ottica di dissuasione dal vizio del fumo.

Leggi anche: Le sigarette elettroniche come sostituti della nicotina per superare la dipendenza

Paese che vai, leggi che trovi: altri modi di regolamentare la sigaretta elettronica

Italia, Stati Uniti e Inghilterra sono solo alcuni esempi di come possa essere regolata la vendita di e-cig e liquidi.

In alcuni paesi, le regole sono molto stringenti: per esempio, in paesi come il Venezuela, l’Argentina e il Vietnam lo svapo è vietato.

Al contrario, la Nuova Zelanda segue l’esempio dell’Inghilterra e incoraggia il vaping tra i fumatori, per indurli ad abbandonare la sigaretta tradizionale. La Svezia vieta lo svaping all’aperto, mentre in Austria la vendita di liquidi, anche senza nicotina, è regolata in modo rigidissimo.

In conclusione

Capire la regolamentazione delle sigarette elettroniche a livello internazionale significa analizzare l’approccio di ogni singolo paese alla vendita di dispositivi per lo svapo e prodotti correlati (aromi concentrati e liquidi).

Se da un lato ci sono paesi che incoraggiano l’uso della sigaretta elettronica come alternativa al fumo di sigaretta tradizionali, in altri si sta provando a mettere la e-cig sullo stesso piano di “bionde” e IQOS, una visione piuttosto miope alla luce dei dati che testimoniano quanto i danni sull’uomo siano differenti (e molto più netti con i prodotti che prevedono la combustione del tabacco).

Si tratta comunque di una materia sempre in divenire: i cambiamenti sono rapidi e da un anno all’altro il regolamento sulle sigarette elettroniche può irrigidirsi oppure allentarsi, sia nei singoli paesi che a livello di Unione Europea.